lunedì 17 marzo 2014

MITI DA SFATARE

Chi ha detto che fare shopping con un bambino è impossibile? Sabato, causa guardaroba da rinnovare urgentemente e approfittando dei super saldi dell'ultimissimo momento, Madame Zazà ha avuto quella che col senno di poi si può definire la regina delle pessime idee, ossia un'allegro pomeriggio di shopping con nana al seguito. E che sarà mai, pensava la sprovveduta, la carico in auto e lei si addormenta; la scarico e la metto sul passeggino e lei continua a dormire. Ed io intanto mi provo quei deliziosi abitini, quelle allegre magliettine colorate che fanno tanto bella stagione. Tutta proiettata verso il futuro,la meschinella già si vedeva sfilare agghindata tra file di commesse che le facevano mille complimenti su come le calzavano gli abiti e su quanto fosse fortunata ad avere ancora un fisico così dopo la gravidanza. Con gli occhi che ancora brillavano, Madame Zazà scarica coraggiosamente la Ciccetta che, come da previsioni, dormiva placida e bavosa sul seggiolino della macchina. La bimba mugugna il suo disappunto mostrando i denti e liberandosi simultaneamente dell'odioso copricapo. E vabbè, tanto fa caldo e siamo vicini all'entrata. Con passo baldanzoso entra nella galleria commerciale, canticchiando sommessamente "Ci son due coccodrilli...". La piccola nel frattempo si è destata completamente, galvanizzata dalla folla e dalle voci. Madame Zazà punta il suo negozio preferito e veleggia libera e spensierata tra le file di vestiti, guardando qui e pescando là. In un batter d'occhio accumula una pila di roba sul maniglione del passeggino, mentre la bimba fa il pieno di complimenti. "E ora via, andiamo a provarci questi bei vestiti!" esclama euforica la nostra eroina. Infilarsi nel camerino con il passeggino è impossibile: o tu o lui. Ma non si può lasciare la bambina fuori da sola e, casualmente, tutte le simpatiche commesse che hanno poco prima dato buffetti e mandato baci alla pargola, si sono misteriosamente dileguate. Con un sospiro, appendi tutti i capi al gancio nel camerino, stacchi la valigia (perchè non si può chiamare borsa una cosa che pesa come minimo 20 kg) e la incastri sotto lo sgabello e poi togli la pupa e la appoggi delicatamente sopra lo sgabello. " Adesso amore tu stai lì buona buona che la mamma si toglie i vestiti" Lei ti guarda con i suoi occhioni e ti sorride. Mentre tenti di sfilarti la maglietta facendo attenzione a non fare cadere la roba appesa, la nana malefica con un colpetto scende dallo sgabello. Tu ti contorci ancora mezza incastrata nel maglione, una manica si impiglie nell'appendi abito mentre tua figlia scosta la tenda e svelta si precipita verso la libertà. In un battibaleno ti reinfili la maglia, spalanchi la tenda, ti catapulti fuori, il piede si incastra nella tracolla della valigia, sbatti violentemente contro un ragazzo che stava entrando nel camerino vicino al tuo, bofonchi delle scuse e scandagli con il tuo mamma-radar il negozio alla ricerca della pargoletta. Lei intanto sta trotterellando tranquilla verso l'uscita, facendo graziosamente ciao ciao con la sua manina agli ignari clienti. Ti tuffi e la raggiungi appena fuori dal negozio e mentre la abbracci in una scena strappalacrime da film....UEEEEEEEEEEEEEEE! L'agghiacciante sirena dell'antitacheggio immobilizza ogni persona nell'arco di 1 km. Sguardi indignati carichi di disapprovazione si puntano su di te. Ti guardi le braccia e scopri con orrore che uno dei vestiti con relativo appendiabito si è incastrato nella tua manica! Mortificata, rientri con tua figlia in braccio che si divincola come un'anguilla perchè vuole camminare e l'abito ormai lurido e sgualcito. Rossa in viso e pure sudaticcia, recuperi il passeggino e ti appresti a uscire furtivamente dal negozio. Ma l'umiliazione non finisce lì: una commessa, giovane e graziosa, si materializza all'improvviso e ti informa con un sorriso a trentadue denti che purtroppo devi comperare il famigerato vestito, in quanto ormai invendibile. Sbuffando, ti accasci sulla cassa e porgi il bancomat all'odiosa venditrice che ti sussurra il prezzo mentre batte frettolosamente sui tasti. La nana intanto ne approfitta per buttare a terra nell'ordine: una graffatrice, una pila di cataloghi, un portapenne con relative penne e la borsina con il suo malefico contenuto. Con un sorriso ormai tirato la graziosa ragazza ti porge il bancomat e tu, a testa bassa e con le pive nel sacco, ormai definitivamente abbattuta, torni alla macchina. Leghi la Ciccetta al seggiolino. Lei, presa da improvvisa narcolessia, chiude gli occhi e piomba in un sonno profondo. Getti la valigia e la borsa sul sedile anteriore, carichi grugnendo il passeggino nel bagagliaio e parti. Al primo semaforo inchiodi perchè becchi l'onda rossa anzichè quella verde e dalla borsa fa capolino la targhetta del vestito. Ti sfugge l'occhio e ora hai davvero toccato il fondo: non solo ti è toccato acquistare un abito rovinato, ma l'hai pure pagato un prezzo da capogiro, perchè invece che quello in saldo hai preso quello della nuova stagione. E a casa scopri che non hai affatto recuperato la forma fisica pre-parto e nell'abito ci entri solo con una gamba.

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